Torino, Via Buniva 11

Via Buniva  
11, 
Torino, 
Torino

Storia del bene

Il bene era intestato a R.A. Da diverse indagini penali parallele emersero numerosi elementi a carico di R.A. ed altre persone, tutte indagate per associazione mafiosa, nello specifico di ‘ndrangheta. La natura dei collegamenti era il controllo dei voti nelle elezioni amministrative comunali di Grugliasco a favore di un candidato.

In particolare tra i rapporti degni di nota, il Tribunale di Torino, come si accennava poc’anzi, sottolineò quello con R.L., rapporto per altro ammesso dal proposto, ma spiegato in termini di semplice amicizia.

Inoltre, vi era la prova che aver appartenuto a tale associazione fruttò ad R. profitti illeciti, rappresentati dai “risultati delle prime bancarotte”, poi cresciuti con “i profitti da lavori edili ottenuti grazie all’intimidazione mafiosa e con i profitti dell’usura e della ricettazione di gioielli rubati”.

Visti tutti gli elementi raccolti, il Tribunale concluse che non solo non fu assolto l’onere di allegazione della legittima provenienza dei flussi di ricchezza transitati nella famiglia R., e che infine ci sono plurimi elementi indiziari che ricollegano l’accumulazione di ricchezza originaria e successiva a introiti da delitti. Infine che tali delitti furono tutti da ricollegarsi direttamente o indirettamente alla situazione di R. di indiziato di appartenenza ad associazione mafiosa.

Grazie a tutti gli indizi raccolti il Tribunale arrivò alla conclusione che R. faceva “parte della medesima associazione mafiosa già ritenuta indiziariamente provata in capo a L. P. R.”.

Si decise per la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo nel comune di residenza per quattro anni e la cauzione è fissata a 30 milioni di lire.

La notevole entità delle ricchezze di R.. è percepibile grazie alla “entità dei sequestri effettuati” tra ottobre e novembre del 1995. Nello stesso anno (convalidato dal Tribunale di Torino) vennero sequestrati tutti i beni nella disponibilità diretta o indiretta del proposto. Il decreto di confisca venne deliberato nel 1997 e venne proposto ricorso in Corte d’Appello dalla difesa, nel quale venne confermato il decreto del Tribunale nel 1998.

Venne proposto un ricorso per Cassazione dalla difesa nel 1998, l’ordinanza della stessa Corte di Cassazione rigettò i ricorsi e condannò il proposto al pagamento delle spese ricorrenti. Il decreto relativo alla confisca dei beni è divenuto irrevocabile nel 1998. Nel 1999 la Corte d’appello, con ordinanza, revocò l’obbligo di soggiorno in Torino, restando ferma sugli altri obblighi.

Tipologia e descrizione

Il bene è un appartamento in condominio di 32 mq.

Riutilizzo

Il bene è stato mantenuto al patrimonio dello Stato e dal 2005 è destinato a finalità istituzionali, di ordine pubblico e sicurezza.