Torino, Via Balangero 22

Via Balangero 
22, 
Torino, 
Torino

Storia del bene

Il bene era intestato a C.C. Nel 2007 il Tribunale di Milano ha disposto la confisca definitiva del bene tramite misura di prevenzione.

C.C. ebbe un primo contatto con le Autorità quando era ancora minorenne, dopo aver commesso diversi reati tra i quali furto e ricettazione. Negli anni ’80 venne più volte arrestato e denunciato per furto aggravato, mancata chiamata alle armi e venne anche denunciato per favoreggiamento dalla Questura di Catania dopo aver subito “un’aggressione con armi da fuoco”.

Negli anni ’90 la sua condotta non accennò a cambiamenti, tant’è che nel 1991 C. fu avvistato per la prima volta nella provincia di Torino insieme al fratello della sua futura moglie, conosciuto dalle Autorità in quanto “esponente della criminalità organizzata catanese”. Nel settembre dello stesso anno il proposto fu tratto in arresto con l’accusa di reato d’associazione mafiosa e successivamente venne condannato nel 1993 dalla Corte di Assise di Catania, con una pena di 7 anni di reclusione. In seguito la pena venne ridotta con sentenza definitiva nel 1994 dalla Corte d’Assise di Catania a anni 5 e mesi 3 di reclusione e anni 1 di libertà vigilata.

Il proposto fu scarcerato nel 1995, rendendosi irreperibile, infatti, l’anno dopo, fu denunciato per mancata ottemperanza all’ingiunzione data al momento della scarcerazione, di presentarsi per essere sottoposto alla misura di prevenzione erogata in data 27.01.1995.

Nel 1997 fu “avvistato nei pressi del casello autostradale di Savona alla guida di un furgone insieme alla moglie. In quell’occasione fu nuovamente invitato a presentarsi in Questura “per sottoporsi alla suddetta misura di prevenzione” che peraltro non venne mai eseguita.

Sempre nello stesso anno divenne esecutiva la “misura di sorveglianza speciale di P. S. presso il domicilio a Torino. La misura a suo carico terminò nel 2000. Durante il periodo d’esecuzione della stessa, C.C. fu trovato nell’immobile in cui era domiciliato, in compagnia di un pregiudicato per il reato 416 bis c. p. (tra gli altri) e “vicino agli ambienti mafiosi catanesi”.

In seguito il proposto venne “condannato con sentenza passata in giudicato, per il reato (tra gli altri) di concorso in rapina, furto e sequestro di persona”.

La pericolosità sociale del proposto fu provata dal fatto che nonostante le “condanne riportate” e la misura di sorveglianza speciale a cui venne sottoposto, ha continuato nella perpetrazione di reati di sempre più elevato spessore, cessata soltanto nel periodo di carcerazione.

La proposta del questore per la sorveglianza speciale di anni 4 trovò legittimazione “nell’assenza di contestazione e/o difesa da parte del proposto”. Al momento della proposta da parte del Questore C. risultava indagato per il 416 bis c. p. e per due omicidi.

Con decreto del 2006, il Tribunale ridusse a 3 anni la durata della misura di sorveglianza speciale applicata al proposto ed eliminò l’obbligo di soggiorno nel comune di dimora abituale.

Nel 2004 il Tribunale di Torino disponeva il sequestro del bene, in quanto si ritenne “appartenente, in via mediata, al proposto e presumibilmente provento della sua attività illecita”. Nel 2005 il Tribunale di Torino disponeva la confisca che divenne definitiva nel 2007.

C. risultava essere disoccupato e nullatenente in quanto non intestatario di beni immobili o mobili. Per questo motivo l’attenzione del Tribunale si spostò su soggetti “terzi” e dispose la confisca di ogni bene appartenente al proposto e/o a soggetti “terzi” a lui riconducibili dal 1990 in poi, periodo in cui il C. si fece conoscere dalle Autorità in quanto inserito attivamente nella “malavita calabrese”.

La confisca del bene intestato alla fidanzata del proposto fu legittimata in quanto “la disponibilità economica della fidanzata era decisamente superiore a quanto la stessa ebbe modo di dichiarare di aver guadagnato con riferimento all’attività lavorativa svolta.

Tipologia e descrizione

Il bene è un appartamento in condominio di 56 mq. al secondo.

Riutilizzo

Il bene è stato destinato e trasferito al patrimonio indisponibile del Comune di Torino per fini istituzionali nel 2010. Assegnato al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino per uso di alloggi.