Torino, Strada Altessano 130

Strada Altessano  
130, 
Torino, 
Piemonte

Storia del bene

I beni erano intestati a G.D. Nel 2009 il Tribunale di Torino ha disposto la confisca definitiva dei beni tramite misura di prevenzione.

Dagli atti del procedimento penale, D. G. risultò “da anni stabilmente inserito nel circuito degli usurai costituendo in particolare un punto di riferimento per numerosi soggetti dediti al gioco d’azzardo, frequentatori abituali della casa da gioco di Saint Vincent e come tali bisognosi di prestiti di denaro contante.” Le indagini effettuate evidenziarono che l’attività illecita, portata avanti da G., gli procurarono ingenti quantità di denaro, con le quali si assicurò, attraverso l’acquisto di immobili e di auto lussuose, un alto tenore di vita, decisamente sproporzionato rispetto all’attività lavorativa da lui svolta tra il 1986 e il 2002 (dalla quale fruttavano redditi modesti).

Alla luce di queste evidenze, il Questore ritenne che l’alto tenore di vita dei coniugi G. derivasse unicamente “dalle attività usuraie gestite con continuità e professionalità criminale”, “ricorrendo, ove ritenuto necessario, alla violenza ed alle intimidazioni nei riguardi di quegli usurati che non onoravano gli impegni assunti”.

“Dalle denunce, dalle intercettazioni telefoniche, dai sequestri di documentazione e dalle indagini bancarie rivolte ad accertare i rilevantissimi ed ingiustificati movimenti sui conti correnti nella disponibilità soprattutto di G., si è potuto ricostruire il “modus operandi” attuato dai complici e la reale entità degli affari illeciti esercitati con l’applicazione ai prestiti erogati di interessi usurari parti nella media al 10% giornaliero.

Il Tribunale, sulla base degli atti, ritenne che non vi fossero dubbi in ordine alla sussistenza della pericolosità attuale del proposto, anche considerando che l’accertamento effettuato “sull’usura esercitata nei riguardi di 23 persone in tempi intercorrenti dall’anno 2000 al 2005.”

Pertanto, il Tribunale di Torino ritenne che dalla vita antefatta del G. e, soprattutto, dai fatti di reato per cui riportò la condanna si evinse una rilevantissima pericolosità ed un concreto pericolo di reiterazione delle condotte criminose accertate: una pericolosità  attuale che deve essere contenuta con l’applicazione della misura della sorveglianza speciale e ritenne opportuno, “ad ulteriore rafforzamento della valenza preventiva della misura applicata, stabilire anche l’obbligo di soggiorno presso il proprio domicilio per analoga durata”.

Nel 2007 il Tribunale di Torino disponeva il sequestro anticipato dei beni, divenuta definitiva nel 2009. L’analisi della movimentazione bancaria fece emergere che nel periodo tra il 2003 e il 2005, G. presentò all’incasso ben 1.608 assegni bancari per un totale di € 3.314.901, eseguì 283 prelevamenti in contanti per un importo complessivo di € 2.349.685,00, emise 331 assegni bancari per un importo complessivo di € 438.687,58.

Dalle documentazioni presentate, nulla fece “ritenere che il G. abbia avuto redditi leciti di qualsivoglia origine o natura tali da consentirgli gli acquisti immobiliari da lui effettuati, gli acquisti e l’uso delle auto di lusso nella disponibilità sua e dei suoi famigliari e tali da giustificare la presenza di somme notevolissime sui numerosi conti correnti e depositi titoli di sua pertinenza.”

“L’alloggio coniugale di Strada Altessano, acquistato formalmente dalla moglie, ma pagato dal G. con suoi assegni e sue pertinenze, può e deve essere considerato frutto degli illeciti proventi tratti dall’attività di usura; è vero che probabilmente parte del prezzo effettivamente versato fu tratto dalla vendita di un alloggio sito in Torino avvenuta nel 2005, ma anche per l’acquisto di tale immobile nell’anno 1997 non vi è giustificazione nei redditi leciti documentati.”

Tipologia e descrizione

I beni sono quattro: un appartamento in condominio di di 65 mq. e 4 vani; un’autorimessa di 16 mq.; un’autorimessa interrata di 16 mq.; infine un’autorimessa al primo piano di 17 mq.

Riutilizzo

Assegnato al Comando Provinciale della Guardia di Finanza del Comune di Torino, tuttavia nel 2011 venne chiesta all’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati una nuova destinazione, causa rinuncia del Comando Provinciale della Guardia di Finanza. L’ANBSC nel momento di ricercare una nuova destinazione, nel 2012 dichiarò che il bene non era idoneo per altre amministrazioni statali.

Il bene venne quindi destinato e trasferito al Comune per scopi sociali con decreto del 19/01/2015.

Con deliberazione della Giunta Comunale, nel 2016 il bene venne assegnato all’Agenzia Territoriale Casa come alloggio di edilizia residenziale pubblica per soggetti in emergenza abitativa.