Cuorgné, Villa Lea

Località Cascinette 
Cuorgnè, 
Torino
Villa Lea, gestita dall’Associazione Mastropietro per un progetto di housing sociale

Storia del Bene

I.B.A. è stato arrestato durante l’operazione Minotauro nel 2011 ed è stato riconosciuto come capo del Locale della ‘ndrangheta di Cuorgné. Affiliato almeno dal 1997, faceva parte della cosiddetta “società maggiore” con la dote di “padrino”, una delle più alte, conferitagli nel 2008. È stato personaggio chiave e uno degli animatori delle relazioni interne del sistema ‘ndranghetista della provincia di Torino, partecipando a numerosi riti di affiliazione, conferimenti di doti e riunioni di vertice, e intratteneva contatti quasi quotidiani con il coordinatore provinciale C.G.

Dalle intercettazioni emerge che possedeva numerose armi, pistole, silenziatori e fucili, e gestiva compravendite di queste con altri membri dell’organizzazione. Proprio queste armi sono coinvolte in alcuni dei diversi episodi di estorsione portati avanti da I. in collaborazione con altri ai danni di titolari di attività commerciali e imprese. I. inoltre coordinava l’attività di spaccio di cocaina che secondo i giudici “rientrava stabilmente nel programma delittuoso del Locale di Cuorgné”.

È stato condannato nel 2013 dalla Corte d’Appello di Torino con rito abbreviato a 13 anni di reclusione. I reati di cui è stato riconosciuto colpevole sono associazione a delinquere di stampo mafioso (416 bis), intimidazione ed estorsione, traffico e detenzione di stupefacenti, detenzioni di armi, ricettazione.

I terreni e l’immobile in località Cascinette vengono confiscati definitivamente nel 2013 in sede di prevenzione con decreto del Tribunale di Torino. L’autorità giudiziaria constata infatti una sproporzione tra il reddito minimo del nucleo familiare di I.B. e gli investimenti effettuati, che fa presupporre l’origine illecita delle ricchezze impiegate nell’acquisto della villa.

La situazione dell’immobile era inoltre sospetta per la modalità di acquisizione: la villa e il terreno, pur essendo luogo di residenza della famiglia di I., erano ancora intestati al momento del sequestro ai precedenti proprietari. Questi ultimi avevano fatto costruire la casa nel 2001 con la partecipazione di una ditta di proprietà dello stesso I., dopodiché gliela avevano venduta nel 2002 in cambio di una somma non interamente corrisposta, senza tuttavia registrare la transazione.

Tipologia e descrizione

Quattro particelle che compongono un immobile a uso residenziale.

Riutilizzo

Progetto “Un Tetto Per Tutti”

Nel 2013 il bene è stato trasferito al patrimonio del Comune, il quale ha individuato l’Associazione Mastropietro come gestore della struttura.

Nel febbraio 2015 il bene è stato consegnato all’Associazione Mastropietro che realizza un progetto di coabitazione per persone in temporanea difficoltà “Un Tetto Per Tutti”.

Il progetto, nato da un’analisi condivisa con il Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio Assistenziali CISS 38, vuole rispondere ai bisogni che emergono da situazioni di disagio causate da eventi traumatici nella vita di una famiglia, come la perdita del lavoro.

Il progetto si pone l’obiettivo di garantire agli adulti in situazione di disagio un’accoglienza educativa finalizzata alla promozione dell’autonomia. Ciò attraverso l’offerta di un contesto di socializzazione e integrazione che stimoli l’acquisizione di competenze nella gestione di situazioni abitative autonome, la costruzione e la gestione di relazioni interpersonali/sociali positive, la cura di sé e del proprio spazio di vita.

“Un Tetto Per Tutti” permette di restituire alla collettività un bene confiscato alla criminalità organizzata mettendolo a disposizione di una fascia di popolazione in situazione di vulnerabilità sociale e promuovendo una comunità attenta alla legalità.

Il bene confiscato è stato intitolato a Lea Garofalo, vittima innocente di mafia, perciò conosciuto dal territorio con il nome di Villa Lea.
Leggi qui la storia di Lea Garofalo sul sito vivi.libera.it.